mercoledì 20 luglio 2011

Luigi Fabozzi, L'intervista.



Intervista a Luigi Fabozzi
autore di L'Ospite, Robin edizioni
20 luglio 2011
 
 
1) Di che cosa parla il tuo ultimo lavoro e quanto la realtà incide sui temi della tua scrittura?
Il mio ultimo lavoro è difficile da descrivere. Credo che questo sia il suo fascino. Io, comunque, ho sempre difficoltà nel riassumere ciò che faccio sia a livello letterario sia a livello teatrale.
Ci provo lo stesso. Il libro, che s'intitola L'Ospite ed è edito dalla Robin edizioni, è stato definito in molti modi, favola nera, thriller filosofico, semplicemente romanzo.
Credo che siano vere tutte le definizioni. Dentro L’Ospite c’è la vita di un giovane medico che decide di abbandonare la follia della società moderna per trasferirsi in un ospedale per lungo degenti. Quest’ospedale in seguito viene chiuso ma il protagonista rimane nell’isola e come l’ospedale stesso ne viene inglobato.
Il libro inizia già nel bel mezzo delle “attività quotidiane” che si ritrova a vivere questo naufrago volontario che piano piano va scoprendo come il passato che credeva lasciato alle spalle con le difficoltà di inclusione, nella società, nel suo mestiere, continui ad esistere anche nella Natura. Dico Natura con la “N” maiuscola perché forse è la natura la vera protagonista del libro. In effetti forse neanche io so dire chi è L’Ospite del titolo, se la natura, se l’ospedale, se il medico, se gli altri personaggi. O magari è il lettore stesso.
Insieme al medico viviamo dei flashback che raccontano il passato dell’ospedale, dei pazienti presenti e dell’unico paziente rimasto anche lui nell’isola, tale Leonard.
Per sommi capi questa è la storia. Molto per sommi capi.
Tu mi domandi se la realtà incide sul mio scrivere. Ti rispondo assolutamente sì.
Ma quando scrivo non ci penso. Io a differenza di molti cerco di scrivere una storia. Una storia senza concentrarmi sul messaggio o sull’originalità. È come se io costruissi la bottiglia che contiene il messaggio, ma il messaggio è come se esistesse già, o meglio si componesse già da solo. È una cosa un po’ mistica.

Gli scrittori sono in fondo dei disadattati che scrivono perché per loro la realtà non è sufficiente. Nella mia scrittura c’è un realismo magico, mi piace raccontare (e in fondo vivere) storie che la gente può non vivere nella vita quotidiana. Per questo io non amo quei romanzi dei miei “colleghi” che parlano sostanzialmente della loro vita, dei giri che si fanno in vespa, o degli amorazzi estivi o del disagio dei call center.
Mi sembrano più sfoghi adolescenziali che altro. Io ho il dovere, come scrittore, di inventare storie verosimili che parlano dei problemi profondi, che parlano del cuore nero che sta dietro a tutto quello che accade “nel mondo reale”.

2) Quali sono stati gli Autori che ti hanno influenzato di più e perché?
Questa è una domanda molto difficile. Io leggo moltissimo, avrò letto più di 1000 libri ormai. Di tutti i tipi. E tutti dai più belli ai più brutti mi hanno lasciato qualcosa.
In questo libro a seconda della propria cultura si possono ritrovare diversi richiami.
Dal Signore delle Mosche, a Stephen King, a Dostoevskij (mio autore preferito) a Fermine, a Omero. Veramente non c’è un qualcuno a cui mi ispiro. Un recensore in un articolo  ha sostenuto che dentro ci sono Philip Dick e Thomas Mann. E in effetti anche loro sono lì dentro.

3) Che cosa vuol dire oggi essere uno scrittore?
Essere uno scrittore oggi più che mai è una missione folle.
Missione perché è un obbligo scelto. Per chi nasce scrittore alzare le antenne e captare quello che succede nel mondo e comunicarlo è naturale e necessario. Missione difficile. Essere scrittore è molto stancante anche perché spesso, se non sempre, abbracci l’ignoto con grande sofferenza. Che tradotto vuol dire che puoi aver scritto un capolavoro che ti ha impegnato anni ma nessuno ti fila. E poi ti lanci in un mondo, brutto come tutti gli altri, con le bassezze e le meschinità e soprattutto saturo, dove sei un puntino nel nulla.
Ma mi ripeterò, purtroppo ci si nasce scrittori e si ha la necessità di scrivere.
Necessità non come sfogo personale, ma come trasmissione di un, chiamiamolo, sentimento, messaggio che può anche non essere sentito o non voler essere sentito da nessuno.
È frustrante lo so ma qualcuno deve pur farlo!

4) Quali sono gli ultimi libri che hai letto? E hai mai comprato o letto un’opera in e-book?
Sto rileggendo La Luna e il Falò di Pavese, Limit (brutto) di Schätzing, la Morte del Prossimo di Zaja. Leggo diversi libri insieme, infatti potrei essermi scordato di citarne qualcuno.
L’Ebook mi ha da sempre appassionato. Ho speso tantissimi soldi tanto tempo fa in un Ereader che si è rotto per colpa mia. Credo che l’ebook sia una rivoluzione importantissima e intelligente come poche. Mi piace, mi dà lo stesso piacere che mi dà la pagina scritta. Sarò pazzo forse, non lo so. Mi piace avere quell’arnese in mano e sapere che sto portandomi dietro una biblioteca. Però il prezzo degli ebook è veramente troppo alto. E per di più senza motivo. Gli ebook arrivano a costare quanto costa il cartaceo. Che senso ha?

5) Che cosa ne pensi della “rivoluzione” in atto nel mondo dell’Editoria e che rapporto hai con la tecnologia?
La “rivoluzione” quando avverrà, a casa mia è avvenuta, sarà una rivoluzione dolce in fondo. Tutte le paure sulla scomparsa del libro cartaceo, sostengo, siano infondate.
Il fatto che esistano nuovi mezzi non vuol dire che i vecchi debbano scomparire.
I concerti continuano a farsi. La gente continua ad andare al cinema.
Se mai io parlerei di problema qualità. Ma questo non dipende dal mezzo.
 
6) Qual è il futuro del libro?
Il libro esisterà sempre. Finché esisteranno l’uomo e una sedia.

7) Hai nuovi progetti in cantiere?
Moltissimi. Sia a livello teatrale che letterario e poi ho un’idea per youtube ma vedremo. Ho già scritto diversi romanzi che tengo nel cassetto e li farò uscire un po’ per volta e continuo a scriverne altri. Per il teatro sto scrivendo un testo che si chiama “Il bambino nel Pozzo” che racconta la storia di Alfredino Rampi. Quelli della mia generazione se lo ricordano sicuramente. E tante tante altre cose. A ogni modo, per ora sono immerso nel libro L’Ospite.

Produzione, Ithaca ©
 

1 commento:

  1. L'Autore racconta a tutto tondo la sua ultima fatica - L'Ospite per i tipi della Robin edizioni di Roma, 2011 - le sue idee sulla scrittura e sulla narrazione. Ci racconta anche del suo amore per il libro stampato e la sua passione per l'eBook.

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