venerdì 5 agosto 2011

Chiara Taormina, L'ultima alba








L'ultima alba


Eretico sarà chi accenda il rogo, non 
già colei che vi brucerà dentro!
William Shakespeare


Quella era l'ultima alba. Il mondo, in declino, era impazzito del tutto, soffocato dai pregiudizi degli uomini senza coscienza. Dorian aprì gli occhi e guardò oltre le sbarre della cella. Il cielo si tingeva di pallido rossore e una luna fredda sbiadiva oltre le nubi dell'inverno. Il gelo scavava un vuoto profondo dentro l'anima che aspettava solo un cenno, una grazia che non sarebbe mai arrivata.
Lui teneva, stretta tra le mani, quella ciocca rossa come una goccia di sangue vivo. Petali di capelli setosi, dissolti nel ricordo, tra ombre oscure di superstizione. L'aveva amata senza timore e per questo era stato condannato come il più bieco traditore della patria. Ma lui era un artista che aveva scelto quella terra per ispirarsi. Lì, aveva incontrato la sua dolce musa: Julià. La comunità aveva stabilito che lei, rappresentando l'impronta visibile dello straniero ostile, fosse costretta a vivere coprendo il capo: quel colore di capelli ricordava l'oltraggio subito. Hastein e i suoi vichinghi avevano razziato diversi villaggi che affioravano vicino la costa, commettendo stupri e delitti.
Julià era proprio un segno indelebile, una piaga della storia, un mostro da tenere a bada, una strega del nord. Il suo sangue, rosso come la chioma, non mentiva.
Dorian, invece, in lei vedeva un angelo con occhi di delicata malinconia e un sorriso flebile, sbiadito dalla sofferenza. Un giorno la avvicinò fuori dalla cattedrale - luogo a lei vietato - e le sussurrò tutto il suo amore. Dopo alcuni giorni, nella soffitta dell’umile dimora, le fece un ritratto senza veli con i capelli morbidi che le incorniciavano il volto da bambina.
Sarebbe stato il loro segreto, la loro eterna dannazione e avrebbero aspettato solo il momento propizio per fuggire. Lontano dalla crudeltà, per sempre inseguiti dal sospetto e dall'intolleranza. Amanti solitari, persi in un viaggio infinito, ma senza rimorsi.
Una notte, nel silenzio, tentarono la fuga. Le strade, scevre di suoni, sembravano popolate da bianchi fantasmi. Il calpestio, sul ruvido terriccio dei sentieri nebbiosi, proveniva da veloci passi di qualche viandante intirizzito dal gelo. Il paesaggio scemava, come fumo di visioni, oltre ampie colline arrotondate dalla luce del firmamento. Dietro l'angolo di un angusto vicolo, le guardie, in agguato, infransero quel sogno: la serva di Dorian aveva parlato. Le autorità decisero di condannare i due eretici, dopo aver tentato, ma invano, di far loro confessare la malefica cospirazione contro la legge.
«Confessi di adorare il male?» Chiese il giudice inquisitore, tra orribili torture.
«Mai giurerò il falso!» rispose Dorian.
«Eppure sapevi che la legge vieta agli uomini di avvicinarsi a quella meretrice, per evitare di generare altri feroci demoni dalla chioma rossa» aggiunse il giudice con una sottile smorfia sulle labbra.
«Voi che non vedete l'essere umano, ma che badate alla discendenza dal forte conquistatore, voi siete il male. Avete perseguitato una sorella innocente soltanto perché è figlia di un potere superiore al vostro. Quante altre vittime farete? Quanti altri roghi arderanno, recando la firma della vostra infamia?» e Dorian, dopo quelle parole, fu condannato all'ultima alba. Così la chiamavano quelli che dovevano essere giustiziati nel cortile della prigione, alle prime luci del giorno. Di lei era rimasto solo quel piccolo ciuffo carminio che Dorian, aspettando l'ultimo sorgere del sole, srotolava come grani di rosario, pregando Dio di perdonare i suoi ingiusti carnefici.


 Produzione, Chiara Taormina ©


* In copertina: disegno free copy che riproduce una scena tipica durante un processo della Santa inquisizione.
All'interno: disegno free copy che riproduce la strega nuda e sulla scopa. Due elementi che caratterizzano la strega nell'immaginario collettivo.


1 commento:

  1. L'ultima alba è un racconto molto breve in cui i personaggi sono appena tratteggiati sullo sfondo di un mondo medievale dalle tinte fosche che rimandano agli scritti di Villon.
    Chiara Taormina, per la prima volta ospite di Ithaca, è una giovane scrittrice di fantasy e narrativa per l'infanzia, che sta riscuotendo un buon successo di critica e pubblico con le sue ultime pubblicazioni.

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