giovedì 7 luglio 2011

Giuseppe Merico, l'intervista


Intervista a Giuseppe Merico
autore di Io non sono esterno, Castelvecchi
7 luglio 2011



1) Di che cosa parla il tuo ultimo lavoro e quanto la realtà incide sui temi della tua scrittura?
Se per ultimo lavoro intendi l'ultimo libro pubblicato, be' è la storia di un padre e di un ragazzino, è una storia ambientata in Salento ed è la storia di una reclusione. Il padre, aspirante affiliato della Sacra Corona Unita tiene prigioniero il figlio per “proteggerlo” dal mondo esterno e sempre il padre ha con il figlio un rapporto morboso fatto di sesso e violenza. E' una storia forte, dura e questo è quello che viene fuori da una lettura non particolarmente attenta, perché è anche una storia dolce e d'amore, di un amore malato. Ma quale amore poi non è malato?  La realtà è lo specchio sul quale si muovono le storie, ma ogni specchio ha i suoi riflessi che possono essere colorati, taglienti, linee di luce fredda, i riflessi sono l'immaginazione dell'autore.

2) Quali sono stati gli Autori che ti hanno influenzato di più e perché?
Ho letto molto Richard Ford, David Foster Wallace, Carver, Coe, Houellebecq, ma non saprei dire chi mi ha influenzato, quando scrivo c'è tanto di tutti e di nessuno forse.

3) Che cosa vuol dire oggi essere uno scrittore?
Si può essere scrittori a diversi livelli, non c'è una regola, di certo si ha la possibilità di scrivere e di essere pubblicati. Si può usare poi l'appellativo di scrittore per ogni cosa anche per condire la pasta e solitamente per non sfigurare, ma è meglio non abusarne se non si vuole incappare in certi meccanismi edonistici che mettono la persona prima della sue opere.

4) Quali sono gli ultimi libri che hai letto? E hai mai comprato o letto un’opera in e-book?
In ordine da Gennaio: 2666 di Bolaño, Meno di zero di Ellis, Le ore di Cunningham, Imperial Bedrooms sempre di Ellis, Estensione del dominio della lotta di Houellebecq, Incendi di Ford, La possibilità di un'isola sempre di Houellebecq, poi Libertà di Franzen e infine Il terzo Reich di Bolaño. No, mai comprato o letto e-book.

5) Che cosa ne pensi della “rivoluzione”  in atto nel mondo dell’Editoria e che rapporto hai con la tecnologia?
Non ne so molto di ambedue le cose, preferisco meditare, avere rispetto per gli animali e quando ci riesco per gli esseri umani.

6) Qual è il futuro del libro?
Oddio, di essere scritto, impaginato ed esser letto, da adesso ai prossimi cinquecento anni.

7) Hai nuovi progetti in cantiere?
Quest'inverno esce il mio secondo romanzo dal titolo provvisorio Il guardiano dei morti, sempre con Castelvecchi. Sto scrivendo una terza opera dal titolo Gli Abitati, poi vediamo non so. Vivere?

Produzione, Ithaca©

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