giovedì 11 ottobre 2012

L’autunno di Sergiusz Piasecki



L’autunno
di Sergiusz Piasecki

L’autunno.
L’oro pende dagli alberi, formicola nell’aria, striscia sotto i piedi. Intorno c’è un mare d’oro.
Si cammina su tappeti d’oro. E questa stagione dalle profonde, oscure notti, è anche per i contrabbandieri la “stagione d’oro”.
Il confine freme di vita. Le spedizioni si seguono notte per notte. I contrabbandieri lavorano come pazzi. Non hanno nemmeno il tempo di prendere delle sbornie con tutti i quattrini che guadagnano. Nessuno di noi vede quasi la luce del giorno, perché di giorno si dorme dopo le sgobbate notturne.
Sono dimagrito e mi sono abbronzato. Anche Trofida è scuro. Ma mi sento molto più robusto di una volta, quando facevo le prime spedizioni. Ora una marcia di trenta chilometri, di notte, con un carico sulle spalle, è uno scherzo per me. Ho passato undici volte i reticolati. Sono già stato sfiorato dalle pallottole dei Verdoni. Quando sentii per la prima volta il loro sibilo mi divertii assai, ero eccitato dal pericolo. Non avevo affatto la sensazione di poter essere colpito io, no, per niente!
Quando uscivamo nella notte e procedevamo adagio, silenziosi, mi sembrava di camminare sott’acqua. Mi sembrava che fossimo intrepidi navigatori che attraverso svariati pericoli cercavano il loro porto.
Se in una profonda notte autunnale si potesse squarciare il velo delle tenebre, si vedrebbero per lungo spazio file di contrabbandieri che avanzano furtivamente a gruppi di tre, quattro, cinque e certe volte anche dieci e più uomini. I gruppi più numerosi sono guidati da esperti conoscitori della frontiera, i “macchinisti”. I piccoli gruppi scorrazzano, di solito, per proprio conto. Anche le donne prendono parte a queste spedizioni, spesso parecchie insieme, nell’intento di acquistare per argento, per oro, o per dollari merce polacca da poter rivendere con lauti profitti in Russia. Le bande armate sono poche perché, di solito, i contrabbandieri non usano armi. E se qualcuno si tira dietro un fucile se ne sbarazza al più presto soprattutto se viene fermato dalle guardie. È l’arma più temuta di tutte, l’“otrez”, il fucile a canna corta dei banditi. C’è un gruppo, però, che è sempre armato: è quello degli Alinciuki, di Sacka e di qualche altro contrabbandiere che ha buone ragioni per esserlo.
Abolendo il velo dell’oscurità sulla frontiera si potrebbero vedere i pescecani del confine, i contadini che tendono agguati ai contrabbandieri; essi sono armati di “otrez”, di carabine, di rivoltelle, di mazze, di scuri e di forche. Si potrebbero anche vedere le bande sovversive, composte di parecchi uomini armati, oltreché di carabine e di rivoltelle, di mitragliatrici e di granate; quelle dei ladri di cavalli che contrabbandano questi animali dalla Polonia alla Sovietia e viceversa. Si potrebbe scorgere, infine, una figura insolita, un uomo che, solo soletto, misura con i suoi passi il confine e varca la frontiera nei luoghi più pericolosi. Egli avanza con le mani piene di bombe, con le rivoltelle alla cintura e il pugnale al fianco; è una spia… È un audace, un astuto, salvatosi miracolosamente da mille avventure, risoluto come il Diavolo stesso, spavaldo bandito della frontiera. Lo temono tutti: i contrabbandieri e le guardie confinarie, gli agenti dello spionaggio e del controspionaggio e anche i contadini. Acciuffare un contrabbandiere è una bella cuccagna, ma imbattersi in un demonio simile è la cosa più terribile che possa capitare.
Si potrebbero vedere ancora molte altre cose strane ed interessanti… ma di esse parlerò nel seguito del mio racconto.

* Testo: tratto da L’amante dell’Orsa Maggiore di Sergiusz Piasecki, pagine 59-60, con la traduzione dal polacco di Evelina Bocca Radomska e Gian Galeazzo Severi, Arnoldo Mondadori Editore, Gli Oscar, ottobre 1965 I edizione

** Fotografia di Sergiusz Piasecki scaricata free copy da internet 

1 commento:

  1. Bello questo brano tratto da "L'amante dell'Orsa Maggiore", sono anni che desidero leggere questo libro di cui mia madre aveva la prima edizione Oscar Mondadori, andato perso, purtroppo in un trasloco. Non è possibile farne una nuova edizione?
    Mimosa Crestani

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