lunedì 16 aprile 2012

Jack London e John Steinbeck a confronto


Jack London e John Steinbeck a confronto.

Al di là delle piccole differenze, tra questi due esordi è evidente quanto il testo di Steinbeck – edito nel 1936 – debba a quello di London – pubblicato “a solo” nel 1905 e poi in antologico nel 1906. L’ambientazione è estremamente simile: la natura con il corso d’acqua e gli animali costituiscono il perfetto genius loci per la narrazione di due storie mozzafiato.


Jack London, Il canyon tutto d’oro

Era il cuore verde del canyon, il punto in cui le pareti si staccavano bruscamente dalla rigidità della pianura e addolcivano la durezza delle loro linee formando un angolino riparato e riempiendolo sino a farlo traboccare di dolcezza, di morbidezza e di rotondità di forme. Qui ogni cosa riposava. Persino il piccolo torrente interrompeva la sua corsa turbolenta abbastanza a lungo da formare una tranquilla pozza d’acqua. Immerso nell’acqua fino alle ginocchia, un cervo fulvo dalle corna ramificate sonnecchiava, la testa ciondoloni, gli occhi semichiusi.

John Steinbeck, Uomini e topi

Poche miglia a sud di Soledad, il Salinas capita sotto le falde dei colli, dove scorre verde e profondo. L’acqua è anche tiepida, perché è sgusciata sfavillando sulle sabbie gialle nel sole, prima di giungere alla stretta pozza. Su una riva del fiume i pendii dorati del contrafforte salgono dolcemente ai monti Gabilan forti e rocciosi; ma a valle l’acqua è orlata di piante: salici verdi e novelli ad ogni primavera, ingombre le forche dei rami bassi dal tritume della piena invernale, e sicomori dalle candide e screziate braccia penzolanti e dalle fronde arcuate sulla corrente. Sulla riva sabbiosa sotto gli alberi giacciono le foglie dissecate in strato così alto, che la lucertola fa un grande trepestio correndovi in mezzo. I conigli escono dalla macchia a sedersi sulla sabbia nella sera, e le radure acquitrinose sono disseminate delle tracce notturne dei tassi, delle lunghe zampate dei cani dei ranches e delle orme a cuneo dei daini che vengono a bere all’ombra.

*  Copertina di Un paese lontano scaricata free copy da internet.

**    Testi: Il canyon tutto d’oro è tratto dall’antologico di Jack London, Un paese lontano, traduzione di Sandro Roffeni, Sugarco edizioni Tasco 118, Milano, 1987, p. 59.
Uomini e topi, John Steinbeck, traduzione di Cesare Pavese, Bompiani Tascabili 258, Milano, 2002, p. 5.

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