*
Infine, prevale il quieto vivere.
Gli ismi, li si lascia vacillare
nell'Arca degli arcani misteri.
A bordo, nel ventre della stiva,
li si lascia navigare in vista
del commercio degli isterismi,
i bradisismi mentali più teatrali.
Del quieto vivere, ci piace molto
la confortante e confortevole
ovatta di ottundimento cervicale,
un silenziatore della dodecafonica
orchestra di piatti, pentole, coppini,
la cafonica musicalità dei cortei
messa a tacere dai lacrimogeni
con postumi di sbornia rivoltante,
che passa, e lascia lo stordimento.
L'impeto degli ideali, tutti gli ismi,
quindi, finiscono e si salassano.
Fissano, con occhi vacui, soffitti
dipinti a putti, legnosi assetti,
cassetti in trucioli di sottobosco.
Si va per more e per lamponi
senza fare rumore, con diligenza,
in fila per due, seguendo la traccia
tracciata per tutti da cinici medici
del sistema sociale. Pinocchio, già
colto da smania per fata Turchina,
gli han tolto la mano di far segatura.
All'occhio! All'occhio! Marmocchi
e signori, non fatevi cose che prude
e strofini, mettete prudenza in quello
che fate, il Vate vi guarda dall'alto
del campo, recinto e legale. Infine,
qui quieto, per divieto e manganello,
musica da camera per mera dettatura.
Produzione, Mario Girolamo Gullace ©
* In copertina: un disegno di Vauro
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaMario Girolamo Gullace, poeta e scrittore tra i più incisivi del panorama nostrano, torna a pubblicare con Ithaca una poesia inedita e senza titolo dal contenuto civile, dettata dalla circostanza dei fatti di cronaca che in questi giorni stanno interessando la Val di Susa e il cosiddetto Movimento No Tav, il movimento spontaneo, civico e apolitico contro il treno ad alta velocità. Prossimamente ancora su Ithaca con un racconto e altre poesie.
RispondiElimina