Eva Clesis
E intanto Vasco Rossi non sbaglia un disco
Newton Compton,
luglio 2011
«Un romanzo corale emozionante e commovente come La solitudine dei numeri primi, divertente e ironico come Notte prima degli esami» . Così, nella quarta di copertina, viene presentato il nuovo lavoro di Eva Clesis, E intanto Vasco Rossi non sbaglia un disco. Non è difficile capire perché l’editore abbia voluto accostare questo romanzo a quelli di Giordano e Brizzi; forse è solo l’espediente scoperto, ricco di aggettivi di maniera, ma fuorviante, per identificare e collocare la giovane scrittrice barese nel solco riconoscibile di una letteratura più o meno recente che ha come oggetto le giovani generazioni, divise fra scuola e social network, fra insicurezza e autoaffermazione, in una sorta di intrico dei contrari e di gioco delle possibilità che sembrano orientare verso il piano del provvisorio, dell’interscambiabile del noleggio ideologico. Ma, a differenza di quei celebrati riferimenti, Eva Clesis si è distinta in questi anni, da A cena con Lolita a Guardrail, per una più misurata vocazione verso temi e personaggi che la scrittrice costeggia, ritrae, muove e accompagna con sguardo disincantato e volutamente neutrale, all’interno di una logica antieroica e aliena dall’enfasi e da retoriche introspettive, ma non per questo antiletteraria; anzi, come nel caso di questo suo ultimo romanzo, deliziosamente letteraria, dallo stile leggero e sobrio, ormai convinto riconoscibile, che lascia al lettore tutto lo spazio e il tempo per immaginare, riflettere, giudicare. E intanto Vasco Rossi non sbaglia un disco narra una storia di vita di provincia, nella realtà di un liceo scientifico dell’entroterra barese. Il nucleo del romanzo si dipana durante una manifestazione studentesca Bari contro la riforma Gelmini; ma il corteo e ciò che vi accade sono solo il pretesto per leggere i piccoli drammi e le solitudini dei protagonisti: Manuel, adolescente eccentrico e forse gay, Valeria, emarginata da tutti perché troppo grassa, sua sorella Alessia, una tredicenne dalle precoci esperienze, la professoressa Adelaide Colucci, cinquantenne depressa, Cecilia, madre di Manuel, separata e ancora all’ingenua ricerca del grande amore, Filippo Santucci con il suo carisma di prepotente e gli altri bulli della scuola.
La Clesis affronta questa crudele topografia sociale attraverso pennellate tenere e sapienti, lavorando per sottrazione. Ne emerge un quadro complesso e desolante, nel quale prende vita un soggetto storico indeciso, spaesato, che sembra ostentare un adattamento sostanzialmente acritico al proprio ambiente e non sa confrontarsi con il senso del limite. E in questa cornice altalenante fra uniformità e differenza, sonnambulismo e individualizzazione, la cultura adolescenziale e giovanile (ma non solo) dipinta nel romanzo appare come una sorta di nebulosa senza tendenza, che si muove fra prassi di segno alterno, in cui hanno spazio l’avventurismo esistenziale e la disciplina, l’autodeterminazione e il compromesso, la ricerca di senso e le strategie di basso profilo, l’infelicità ma anche la speranza. *
* Copertina del libro: Eva Clesis, E intanto Vasco Rossi non sbaglia un disco, Newton Compton, 2011, pagg. 288
** Recensione: Leo Lestinghi, Corriere del Mezzogiorno, Libri, 26.07.2011
*** Fotografie all'interno: free copy da internet, la copertina di A cena con Lolita (Pendragon, 2005) e la Clesis con una copia di 101 motivi (Newton Compton, 2010)
Attesa al banco di prova dopo il successo di critica e commerciale di 101 cose, a distanza di pochi mesi Eva Clesis torna in libreria - sempre per i tipi della Newton Compton - con E intanto Vasco Rossi non sbaglia un disco, romanzo che la conferma a pieno titolo tra gli autori più validi del panorama nazionale.
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