Jack London e John Steinbeck a confronto.
Al di là delle piccole differenze,
tra questi due esordi è evidente quanto il testo di Steinbeck – edito nel 1936 –
debba a quello di London – pubblicato “a solo” nel 1905 e poi in antologico nel
1906. L’ambientazione è estremamente simile: la natura con il corso d’acqua e
gli animali costituiscono il perfetto genius loci per la narrazione di due
storie mozzafiato.
Jack London, Il canyon tutto d’oro
Era il cuore verde del
canyon, il punto in cui le pareti si staccavano bruscamente dalla rigidità
della pianura e addolcivano la durezza delle loro linee formando un angolino
riparato e riempiendolo sino a farlo traboccare di dolcezza, di morbidezza e di
rotondità di forme. Qui ogni cosa riposava. Persino il piccolo torrente
interrompeva la sua corsa turbolenta abbastanza a lungo da formare una
tranquilla pozza d’acqua. Immerso nell’acqua fino alle ginocchia, un cervo fulvo
dalle corna ramificate sonnecchiava, la testa ciondoloni, gli occhi semichiusi.
John Steinbeck, Uomini e topi
Poche miglia a sud di
Soledad, il Salinas capita sotto le falde dei colli, dove scorre verde e
profondo. L’acqua è anche tiepida, perché è sgusciata sfavillando sulle sabbie
gialle nel sole, prima di giungere alla stretta pozza. Su una riva del fiume i
pendii dorati del contrafforte salgono dolcemente ai monti Gabilan forti e
rocciosi; ma a valle l’acqua è orlata di piante: salici verdi e novelli ad ogni
primavera, ingombre le forche dei rami bassi dal tritume della piena invernale,
e sicomori dalle candide e screziate braccia penzolanti e dalle fronde arcuate
sulla corrente. Sulla riva sabbiosa sotto gli alberi giacciono le foglie
dissecate in strato così alto, che la lucertola fa un grande trepestio
correndovi in mezzo. I conigli escono dalla macchia a sedersi sulla sabbia
nella sera, e le radure acquitrinose sono disseminate delle tracce notturne dei
tassi, delle lunghe zampate dei cani dei ranches
e delle orme a cuneo dei daini che vengono a bere all’ombra.
* Copertina di Un paese lontano scaricata free
copy da internet.
** Testi:
Il canyon tutto d’oro è tratto dall’antologico di Jack London, Un paese
lontano, traduzione di Sandro Roffeni, Sugarco edizioni Tasco 118, Milano,
1987, p. 59.
Uomini e topi, John
Steinbeck, traduzione di Cesare Pavese, Bompiani Tascabili 258, Milano, 2002,
p. 5.
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